domenica 9 ottobre 2016

Recensione "La sposa normanna" (Carla Maria Russo)



Una parte di me volerà in cielo. Se osserverai con attenzione, forse riuscirai a vedermi, mentre mi allontano. Non posso portare con me il corpo, però. E' troppo pesante, per salire lassù. Lo abbandonerò qui. Quando te lo domanderò, tu mi chiuderai gli occhi e attenderai fino a quando non avrai capito che sono volata via. "

Titolo: La sposa normanna
Autore: Carla Maria Russo
Genere: romanzo storico
Anno di pubblicazione: 2004
Casa editrice: Piemme
Prezzo: €9.90
Numero di pagine: 240
Lingua originale: italiano
Trama: 1185. L’incantevole Palermo, crogiuolo di tante culture, splendente dei suoi palazzi, dei suoi preziosi mosaici, è pronta ad accogliere la sua nuova regina. Costretta a rinnegare i voti, Costanza d’Altavilla, l’ultima erede della dinastia normanna che guida il Regno di Sicilia, viene data in sposa a Enrico di Svevia, figlio dell’imperatore Federico e più giovane di lei di circa undici anni. Un matrimonio dettato dalla ragion di Stato che dovrà essere coronato dal concepimento di un erede al trono. Ma mentre il figlio tanto sospirato tarda ad arrivare, la fragile e bella Costanza deve lottare contro nemici potentissimi, primo fra tutti Gualtieri di Palearia, ministro dell’imperatore, che soffia sul fuoco della gelosia di Enrico per distruggere la donna e conservare la sua enorme influenza. Quando finalmente il piccolo Federico vedrà la luce, la madre dovrà far di tutto per proteggerlo dalle innumerevoli insidie che lo minacciano. Fino a quando, divenuto ragazzino, non sarà in grado egli stesso di sbarazzarsi dei suoi implacabili nemici, rivelando quelle doti che faranno di lui un grande imperatore.

OPINIONE PERSONALE


Premetto che il genere storico non è proprio il mio forte e, di solito, non ne compro/leggo mai, ma stavolta l'ho dovuto fare come compito assegnato dalla professoressa.
Io ho con la storia un rapporto un po' complicato: non è che non mi piaccia proprio! Il problema sta che mi immedesimo troppo negli eventi, come se stessi vivendo in prima persona tali avvenimenti, le ingiustizie, i tradimenti e, diciamo, covo una certa rabbia nei confronti dei personaggi e mi fermo a pensare che tali avvenimenti sono realmente accaduti. Non mi piacciono i romanzi molto descrittivi con date e note che "cascano un po' dal cielo", ma con La Sposa Normanna mi sono ricreduta. Un romanzo molto scorrevole e con un vocabolario semplice che narra. in particolare, delle vicende di una delle donne più affascinanti e importanti dell'Europa e del Medioevo: sto parlando di Costanza D'Altavilla. A mio parere, è molto evidente la forza di questa donna, che è costretta a non fidarsi di nessuno e che viene sempre abbindolata e obbligata a fare ciò che non vuole, per seguire la linea di successione del trono di Sicilia. Inoltre, un punto cardine della sua personalità è la fede verso Dio, che si porterà per tutta la durata della sua vita, fino alla morte.
Quando sono giunta alla fine, mi sono fermata a pensare alla crudeltà e all'odio di cui era stata vittima questa donna, una donna che voleva semplicemente passare la sua vita a servire il Signore ma che, a causa del destino crudele e della volontà del nipote, è stata costretta a sposare un uomo che non amava, che dopo il matrimonio si è rivelato uno spietato tiranno, capace di far tutto pur di ottenere il dominio di tutti i territori. 
Costanza, durante tutta la vicenda, è rimasta sempre fedele ai suoi ideali e, dopo diversi e travagliati eventi, ha finalmente potuto dare alla luce il suo amato e tanto atteso bambino, che ha chiamato con il suo stesso nome: Costantino. In seguito, gli fu imposto il nome di Federico, come voleva la tradizione sveva di mettere ai proprio figli il nome del nonno; in questo caso, si fa riferimento a Federico Barbarossa.
Costanza ha combattuto duramente pur di rimanere con il suo bambino e sarebbe stata pure disposta a morire per di salvarlo dalle malefatte del primo cancelliere dell'imperatore, Gualtieri di Palearia, e dal generale tedesco. Quando Federico ebbe compiuto 3 anni, la madre morì a causa della sua età "avanzata" (una quarantina di anni).
Federico, pertanto, rimane nelle mani del primo cancelliere e del popolo di Palermo, al quale Costanza aveva detto di prendersene cura. Egli, vivendo a contatto con gente povera economicamente e soprattutto culturalmente e con uno scarso bagaglio linguistico, impara tutti i dialetti di Palermo, acquisendo anche un certo vocabolario molto scurrile, tanto da far impallidire Gualtieri di Palearia.
Di conseguenza, egli fece arrivare direttamente dallo stato pontificio un sacerdote che provvedesse all'educazione di Federico, padre Guglielmo Francesco. Egli legherà molto con il piccolo, tanto che si emozionerà quando sarà costretto ad andare via. 
Pochi anni dopo, Federico riuscirà finalmente a salire al trono e a costituire quella che sarà la scuola siciliana, una delle più grandi corti di tutto il Medioevo.

Ho adorato il modo dell'autrice di descrivere e raccontare dei personaggi, senza appesantirli con inutili informazioni storiche. Come si è ben capito, il mio personaggio preferito, in assoluto, è Costanza D'Altavilla, la quale mi ha trasmesso tantissime emozioni, molto contrastanti tra di loro.
Quando ho finito di leggere della sua morte, ho staccato gli occhi dal libro, mi sono alzata e mi sono affacciata fuori dalla finestra, restando per alcuni minuti ad osservare il cielo e riflettendo su tale evento, sulle conseguenze e su ciò che riguarda la mia vita oggi, come se ci fosse un nesso logico con ciò che sto vivendo in questo periodo. Non c'è un motivo preciso per quello che ho fatto, so solo che mi ha creato nostalgia di qualcosa di cui adesso non mi rendo conto.

Adesso basta con la tristezza! Pensiamo al presente! ^-^
Comunque sia, ve lo consiglio! A presto!
Baci e Abbracci,
                                                      Simo Dreamy (Wondercated Mo)

Gli ho dato 4 stelle su 5







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